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 Geologia della Colma

 

Il territorio della Frazione Colma di Rosignano è ubicato su tre unità geologiche oligo-mioceniche, cioè le Marne di Antognola, la Pietra da Cantoni e le Marne di Mincengo, che si depositarono durante le fasi di sollevamento e di formazione dell’Appennino, mentre le Alpi erano in gran parte emerse e il mare occupava già l’attuale Pianura Padana.
In questo periodo geologico, all'interno dell'arco alpino si formò, infatti, un bacino marino, noto in letteratura col nome di Bacino Terziario Piemontese, i cui depositi affiorano diffusamente anche nel Monferrato. Quest’ultimo rappresenta la terminazione occidentale della catena appenninica. A causa dei movimenti tettonici, come vedremo, parte dei fondali marini emersero dal mare, formando delle isole.

 

Affioramenti del Monferrato, del Bacino Terziario Piemontese s.s.
e della Collina di Torino (D. Violanti et al., 2003)

 

Il territorio della Colma rappresenta anche quello che rimane del fianco meridionale di una antica collina (o di una serie di colline), il cui fianco settentrinale affiora tra San Giorgio Monferrato e Treville. Questa collina, formatasi come le altre alla fine del Miocene (Messiniano 7-5 milioni di anni fa circa), fu successivamente erosa al nucleo, da parte di torrenti ed agenti meteorici, particolarmente aggressivi nel corso delle glaciazioni quaternarie, che smantellando i sedimenti marini più recenti fecero via via affiorare quelli più antichi.
Intorno a Colma, i sedimenti marini più recenti (Miocene superiore e del Pliocene) affiorano verso Garriano e Terruggia (in rosa e giallo nell'angolo SE della carta geologica), dove ricoprono la Pietra da Cantoni e i depositi marini precedenti.
 

stralcio di carta geologica tratta dal Foglio Vercelli con l’ubicazione della frazione Colma di Rosignano

costruita sulla Pietra da Cantoni (colore arancione puntinato)

 

 

Come già accennato, nel territorio della Frazione Colma affiora una delle serie più complete del Gruppo Pietra da Cantoni (Burdigaliano - Langhiano inf.; circa 20-14 milioni di anni fa), che poggia in discordanza (Discordanza D2) sulle marne di mare profondo della Formazione di Antognola o Marne di Antognola (Oligocene; circa 27-21 milioni di anni fa) ed è ricoperta, sempre in discordanza (Discordanza D4) dai depositi, ancora profondi, delle Marne di Mincengo (Langhiano sup.-Serravalliano; 14-11.6 milioni di anni fa).

 

 

 

 

a sinistra:

schema stratigrafico (A. Frixa) con le principali unità geologiche affioranti nel Monferrato Casalese (colonna a destra); le tre unità evidenziate sono quelle affioranti sul territorio della Colma; le età relative ed assolute sono tratte da ICS 2007.

 

In particolare, partendo dalla più antica a quella più recente, queste tre unità geologiche presentano le seguenti caratterisitiche:

 

La Formazione di Antognola (Oligocene sup.-Aquitaniano, circa 27-21 milioni di anni fa) e la successiva emersione


La Formazione di Antognola (o Marne di Antognola) è costituita da marne argillose di mare relativamente profondo (probabilmente oltre i 100 m di profondità), datate all’Oligocene sup.-Aquitaniano (circa 27-21 milioni di anni fa) in base ai microfossili in esse contenuti. Questa unità affiora estesamente anche in altre zone dell’Appennino Settentrionale fino in Emilia Romagna e a San Marino.
 

Distribuzione delle aree emerse (puntinato)

nel Burdigaliano inf. (tratta da Clari et alii, 1994)



Nel Miocene inferiore e in particolare tra la fine dell'Aquitaniano e il Burdigaliano inf., il Monferrato Orientale emerse, a causa di fasi tettoniche legate alla costruzione dell'Appennino. Nel casalese si formò così una vasta isola, le cui coste si estendevano ad Ovest di Ozzano Monferrato e in vicinanza di Odalengo Piccolo (vedi figura tratta da Clari et al. 1994).
Dagli studi più recenti (tra i quali Bicchi et al. 2007), si evidenzia che solo la porzione Oligocenica della Marne di Antognola è presente sul territorio di Rosignano Monferrato. Questo fatto è probabilmente dovuto all’ erosione dell’intervallo Aquitaniano (base del Miocene) avvenuta durante questo periodo di emersione.

 

 

Il Gruppo Pietra da Cantoni (Burdigaliano -Langhiano  pp.; circa 20-14 milioni di anni fa)


Nel Burdigaliano-Langhiano (circa 20-14 milioni di anni fa), sempre per i movimenti appenninici, il mare invase gran parte dell’”isola casalese”, depositando la "Pietra da Cantoni". Inoltre, un cambiamento climatico, verso climi subtropicali temperati caldi, portò al proliferare di faune e flore, simili alle attuali, ancora oggi visibili come reperti fossili.
La Pietra da Cantoni della Colma può essere suddivisa, come nelle aree circostanti, in due intervalli principali sovrapposti e con significati ambientali diversi.
 

L'intervallo più antico, di mare meno profondo, è molto fossilifero ed ha, a Colma, uno spessore di circa 10 m. I fossili sono rappresentati da noduli di alghe rosse calcaree (Rodoliti), briozoi, lamellibranchi, gasteropodi, brachiopodi, coralli, echinidi ("ricci di mare"), balani e macroforaminiferi e foraminiferi bentonici.
La profondità del mare poteva variare da pochi metri fino a circa 50-60 m ed aumentava verso Ovest. I depositi fossiliferi di Pietra da Cantoni, più occidentali, si possono ancora riconoscere nelle aree di Ozzano Monferrato e Treville. Questi sedimenti, essendo immersi in una matrice di mare più profondo, sono interpretati come depositati da frane sottomarine.
La Pietra da Cantoni più antica fu definita Membro Colma della Pietra da Cantoni dall’olandese Ruud Schüttenhelm (1976), nel corso della sua tesi di dottorato. Ruud, che negli anni 70 soggiornò per settimane ad Uviglie, ci ha inviato gentilmente parte della sua documentazione tuttora inedita. La “serie tipo” di questa unità è visibile nella Cava Caprioglio, nota anche come Villa San Bartolomeo.
Per la sua natura esclusivamente calcarea, la Pietra da Cantoni più antica fu estratta per l’industria del cemento.
 

Colma al microscopio (A. Frixa, 2007)

a sinistra: calcare a rodoliti inglobanti Briozoi e Balanidi ;

a destra: calcare a macroforaminiferi, echinidi (ricci di mare) e frammenti di rodoliti

 

Schuttenhelm R. (1976) - zone di origine delle rodoliti della Pietra da Cantoni più antica (Burdigaliano)

 

 

Verso la fine del Burdigaliano, intorno a 17.5-17 milioni di anni (per analogia con situazioni geologiche italiane simili), il mare si approfondì nuovamente in tempi relativamente brevi e i suddetti organismi non riuscirono a sopravvivere al nuovo cambiamento. Il passaggio da un mare meno profondo ad uno più profondo è testimoniato anche a Colma da uno straterello di circa 30 cm, detto “livello di annegamento” (vedi foto), ricco in rodoliti, bivalvi, fosfati e glauconia. Quest’ultimo è un minerale argilloso, in genere di colore verde, che si forma ancora oggi a profondità marine maggiori di 50 m.

 

Colma (via Morbelli), il “livello di annegamento” che fa da passaggio dalla Pietra da Cantoni

più antica di mare poco profondo a quella più recente e più profonda (foto A. Frixa)

 

Colma (via Morbelli), l'affioramento a rodoliti del Membro Colma della Pietra da Cantoni in una foto del 1969 (foto R. Schüttenhelm, inedita)
 

In questo mare più profondo, si depositò nel corso del Burdigaliano sup. -Langhiano inf. (17.5-14 milioni di anni circa) la parte più recente della Pietra da Cantoni, che a Colma ha uno spessore di circa 10 m. I fondali marini di questo periodo geologico sono rappresentati da marne calcaree e calcari argillosi, molto ricchi in foraminiferi planctonici, associati a spicole di spugne, denti e ossa di pesci, fosfati e glauconia. Quest’ultimo è un minerale argilloso marino di colore verde, che ancora oggi si forma a batimetrie superiori a 50 m.

Nelle marne della Pietra da Cantoni sono conservate numerose foglie fossili che ci indicano che sulle terre emerse di questo periodo crescevano sequoie, pini, larici, abeti, cipressi, faggi, betulle, castani, querce, platani, eucalipti, gardenie ed altre piante (Sacco, 1935). Queste foglie, trasportate in mare dal vento o dai corsi d’acqua, sono riferibili a due tipi di climi, uno subtropicale temperato tipico della Pietra da Cantoni ed un clima alpino legato alla vicinanza delle Alpi.
Da questi depositi, cavati a Colma nelle cave Angelino, Campagnola e Valleggia, furono estratti in galleria “Cantoni” e “Pianelle” pregiati (detti “Tufi”), descritti all’inizio di questa sintesi.

 

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foraminiferi planctonici, glauconia (verde) e fosfati (marrone chiaro)  al microscopio (A. Frixa)

 

 

dente di Carcharocles megalodon, progenitore dell’attuale squalo tigre, ritrovato

nella Pietra da Cantoni della Cava Angelino alla Colma (coll. Franca Angelino)

 

 

a sinistra:  piattaforma glauconitica del Burdigaliano-Langhiano (Schuttenhelm R. 1976)

a destra: l'estensione della stessa piattaforma nel dettaglio tratto da Clari et alii, 1994

 



Le Marne di Mincengo (Serravalliano; circa 14 - 11.6 milioni di anni fa)


Nel Langhiano superiore-Serravalliano (14-11.6 milioni di anni fa) la profondità del mare aumentò ancora fino a raggiungere 200 m circa, il clima divenne più freddo e si depositarono le Marne di Mincengo. Questa unità geologica, riconosciuta anche in questa area da Bicchi et al. (2002), nelle carte geologiche ufficiali (Foglio Vercelli, 1969) è inclusa nella Pietra da Cantoni; a Colma ha uno spessore di circa 12 m. Come già detto, fu cavata in passato per l’estrazione di cantoni biancastri ed azzurri, più argillosi, meno calcarei e di più scarsa qualità, rispetto a quelli giallastri della Pietra da Cantoni.

 


Colma, la Cava Caprioglio detta anche Villa San Bartolomeo, dove Ruud Schüttenhelm definì il “Membro Colma” della Pietra da Cantoni (foto R. Schüttenhelm, inedita, 1969). Da sinistra si osservano le Marne di Antognola, sormontate dai due intervalli di Pietra da Cantoni sui quali sorge il Castello della Colma. Nella metà destra della cava affiorano le più recenti Marne di Mincengo che ricoprono la Pietra da Cantoni.

 

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