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Il Territorio della Colma e le sue Risorse Minerarie

 

(testo in gran parte tratto da "L'Estrazione della Pietra da Cantoni" di Anita Rosso)

 

Colma, frazione di Rosignano Monferrato (AL), si sviluppa, in senso E-W, sul fianco meridionale della collina Colma, il cui punto più elevato è a quota 252 m. In passato fu uno dei più importanti centri minerari del Monferrato casalese e le sue cave per l'estrazione della Pietra da Cantoni, a scopi edili, erano ubicate su entrambi i lati dell'abitato.

Nella parte nord-orientale del territorio della Colma (a quota 210-230 m circa), molte cave in sotterraneo furono aperte nella parte più recente della Pietra da Cantoni, per ricavarne blocchi squadrati da costruzione; questa attività durò per secoli. Cave, più o meno importanti, erano gestite dalle famiglie Angelino, Campagnola e Valleggia.
 

interno delle cave angelino (foto L. Panati)

 

Al loro interno lo strato marnoso-calcareo utile, detto  “Tufo” nel linguaggio dei cavatori, aveva uno spessore di circa 10 m e seguiva il profilo della collina.

 

Dalla galleria principale di accesso, partivano gallerie secondarie perpendicolari ad essa, che comunicavano con altre gallerie secondarie, parallele alla principale. Le gallerie erano larghe 5 m e alte 5 m. Le campate delle gallerie erano ampie 5 m e tra di esse rimaneva una zona di pieno, larga anch'essa 5 m, che garantiva la sicurezza, evitando crolli.

 

Molti scavi, dopo l'estrazione, venivano riempiti nuovamente con i materiali di scarto della lavorazione di squadratura dei blocchi. I blocchi squadrati erano di due tipi: i Cantoni (in dialetto "Canton") e le Pianelle ("Pianeli"). I cantoni avevano dimensioni di 50 x 25 x 15 cm, pesavano circa 32 Kg ed erano utilizzati per la costruzione di case e fabbricati rurali, mentre le pianelle, più larghe, molto più lunghe e più sottili dei cantoni, avevano un peso di circa 45 Kg ed erano utilizzate per la costruzione di forni.

 

In queste gallerie, lavorarono molti cavatori, sia di mestiere che stagionali. Questi ultimi, per sopperire ai magri bilanci familiari, aggiungevano, quindi, al già duro lavoro dei campi questa ancor più dura attività estrattiva. Alcune cave sono ancora visibili, sebbene ormai abbandonate da più di mezzo secolo.

Una volta estratti e accatastati,"canton" e "pianeli" venivano trasportati con carri trainati da cavalli.

 

 

 

Colma - Ubicazione delle principali cave

 

A SO del paese, invece, sotto il Castello di San Bartolomeo, è ancora visibile tra la vegetazione, una grande cava abbandonata a cielo aperto (piano cava a circa 190 m di quota), nota in letteratura come Cava di Villa San Bartolomeo. La cava, appartenente attualmente ad Ernani Caprioglio, era utilizzata per l'estrazione della calce da cemento. Nei primi tempi fu sfruttata per l'estrazione in galleria di cantoni e pianelle, come le suddette cave a NE dell'abitato.

 

"I lavori nella Cava Caprioglio iniziarono nel 1953 e terminarono nel 1963. Prima degli scavi per il cemento esistevano già cave di Pietra da Cantoni in galleria. Negli anni Settanta, in questa cava a cielo aperto, ormai abbandonata, si formò un lago; i suoi fondali, bianchi, davano all'acqua un colore verde smeraldo. Per molto tempo sul lago si andò in barca, si fece il bagno e si allevarono pesci. Poi, così come si era formato, il lago spontaneamente sparì (da Anita Rosso)".
 

anni '70 - Il lago nella Cava Caprioglio

 

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