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Claudio Ariotto

 

"Omaggio a Claudio Ariotto ", mostra fotografica, giugno 2011

 

(ricordo di Roberto Morbelli)

 

Caro Claudio,
parafrasando una vecchia canzone a Te cara, Ti scrivo perché oggi mi sento malinconico ed ho bisogno di quella Tua pacata e saggia forza che hai sempre avuto, pur celandola da un apparente timidezza.
Sto vivendo molti ricordi del passato, quando eravamo ragazzi e volevamo rifare il mondo. Tu sei sempre stato morigerato, riflessivo e arguto nelle Tue decisioni, ossequioso ai dettami di Papà Giuseppe e Mamma Maria che, giustamente, stravedevano per Te. Manifestavi la Tua generosità mettendo a disposizione i mezzi di locomozione: dalla Lambretta verde, cha giace ancora adesso nel garage e la Fiat 128 coupè con cui ci scarrozzavi per tutto il Monferrato.

Mi sovviene la Tua onestà nel non nascondere in famiglia un bollo sul cofano per una mal riuscita derapata sulla neve, mentre io, per evitarTi rimbrotti continuavo a sostenere la tesi dell’inevitabile slittamento su ghiaccio……
 

La Tua vena artistica, ricordo, si manifestò quando, entrambi allievi di chitarra dell’indimenticato Pierangelo, eri il più diligente e scrupoloso. Che belle erano le fotografie che Ti eri messo a fare, alcune delle quali sono in mio possesso, mentre altre sono pubblicate. Ritratti o paesaggi in cui, più volte manifestavi la Tua malinconia. Che ridere, Claudio, quando penso alle serate davanti ad un hamburger mentre mi manifestavi la Tua frustrazione per non avere ancora la ragazza e poi……Ti sei sposato la più bella e la più giovane…..che Ti ha dato la Tua Sara….
Ora, Lì dove sei, sono sicuro che hai già incontrato Pierangelo e suonate. Apri il mio leggio e lo spartito e tienimi il posto che ricostituiremo il trio delle notti estive alla Colma.

 


 

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