Rolando e Ada Carando Morbelli |
ROLANDO MORBELLI e ADA CARANDO MORBELLI
(biografie scritte dal figlio Roberto)
Rolando Morbelli nasce a Buenos
Aires, Argentina, il 3 Febbraio del 1914 da Alfredo Morbelli,
primogenito di Angelo, che aveva aperto una delle prime
concessionarie Pirelli, e Blanche Galiane, francese di Juillan
(Ridente cittadina vicino a Lourdes).
La madre muore, in un incidente di caccia, quando Rolandito… Lolito… Loli
ha solo 2 anni (il 5 Dicembre del 1916).
Rolando "Loli" Morbelli |
Il padre Alfredo si risposa con Cornelia Marconi da cui, ritornato in
Italia nel 1919, avrà Maria Vittoria.
Il giovane Loli trascorre la sua gioventù tra Varese, dove il padre
aveva aperto un negozio fotografico e la Colma di Rosignano.
Frequenta il liceo Classico e viene assunto dal RACI (Reale Automobil Club).
Allo scoppio della II° guerra mondiale gli viene chiesto di scegliere
tra la cittadinanza argentina e quella italiana che prevedrebbe il
suo reclutamento e la destinazione immediata per il fronte.
Egli sceglie di partire quale sergente di artiglieria, comandante di
squadra trasporto cannoni, sino all’8 Settembre quando, a Marsiglia,
rimasto l’unico graduato del battaglione, dopo aver smontato e
gettato in acqua la pistola d’ordinanza, fugge e ritorna a Varese
dove viene ricoverato in Sanatorio, più per sfuggire al reclutamento
di Salò, che per questioni di salute.
Inizia l’attività di operaio, specializzato in leghe di metallo,
presso la Franco Tosi di Legnano e quindi alla Metallock una
succursale che tratta solo leghe di alluminio, bronzo e ghisa.
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Dopo alcuni anni la sua onestà e dedizione al lavoro gli ottengono la
promozione ad impiegato con cariche dirigenziali.
Loli e Ada
Durante le sue estati alla Colma conosce la sua futura sposa
Ada Carando che è nipote di Giulia
Mellana ed è costantemente sua ospite nella casa castello di
Rosignano.
Ada Carando nasce ad Imperia ( allora Oneglia) il 24 Aprile del 1917
da Roberto Carando (allora maggiore dei Carabinieri – morirà nel 1948
col grado di generale di divisione) ed Alessandra Rabizzani (Rina),
ultima di tre fratelli, Elena e Mario.
I continui trasferimenti del padre la portano a girare l’Italia con
permanenze più lunghe a Bari (7 anni ) e Padova (16 anni).
Riceve un’educazione molto severa, vivendo la sua infanzia,
oltretutto, in caserme di carabinieri, pur frequentando l’alta
società del tempo dai reali di casa Savoia a tutte le personalità che
gravitavano attorno al comandante della Legione dei Carabinieri.
Durante la guerra, a Padova, fa da infermiera al fratello medico e
salva un partigiano. Da qui la medaglia d’argento al valore della
Resistenza che rifiuta motivando il fatto che ogni vita umana non ha
colore politico.
Le sue uniche vacanze sono quelle estive a Rosignano ospite della zia
Giulia, sorella del padre e dello zio Gigi Mellana nipote
dell’illustre statista, con i cugini Flora e Giorgio.
Galeotta fu la valle Ghenza, dove Loli e Ada si incontrarono con
tutti gli amici di allora. Sboccia il grande amore. I due si uniscono
in matrimonio nel 1948 nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Vanno a vivere a Busto Arsizio in una camera ammobiliata con il
bagno, in comune con altre tre famiglie, sul balcone (tipico delle
vecchie case lombarde).
Loli e Ada a Villa
Maria
Nel giugno del 1951, su espressa richiesta dei nonni Alfredo e Nelia,
Ada va a partorire il sottoscritto alla Colma di Rosignano seguita
dalle amorevoli cure di tutti ed in maniera particolare della
“….seconda Mamma…” di molti, Lide Volta ostetrica comunale con
l’ausilio del Dott. Berrone di Terruggia.
Intanto Loli trova una villetta in affitto a Casorate Sempione e qui,
l’allora brillante giovane, Bruno Valeggia porta madre e figlio alla
fine di Ottobre.
Negli anni 60 Luciano Filiberti, titolare de l’Argo (stufe e
radiatori di ghisa) chiama “ il Sciur Morbelli” e lo mette a capo
della divisione commerciale dell’azienda.
Loli è l’unico dei nipoti del pittore che intende rivalutare la
figura del nonno non per il valore commerciale dei suoi quadri, ma
per la figura storica e culturale che verrà poi manifestata dopo la
mostra del 1982 ad Alessandria.
Allaccia una sincera amicizia con Camillo Cappellaro che gli regala,
tra l’altro, con Antonio Barbato e Pier Luigi Muggiati il riordino
della libreria del pittore insieme alla catalogazione della
corrispondenza. Camillo Cappellaro diventa, con mio padre, il
depositario culturale dell’eredità Morbelli.
Vuole, andato in pensione nel 1970, mantenere Villa Maria, di cui
aveva acquistato le quote di proprietà della sorella Maria Vittoria e
del cugino Lino, come l’avrebbe voluta il nonno. Lo stesso giardino è
attualmente ( crescite naturali permettendo) uguale a quello del
Pittore .
Un giorno, ricordo mi disse: ”….vedi a
Segantini hanno dedicato un museo a St.Moritz…. come mi piacerebbe
fare la stessa cosa per il tuo bisnonno…..”.
La Mostra che Loli Morbelli, con l’allora sindaco di Alessandria
Barrera desiderano intensamente viene organizzata per maggio 1982,
senza sapere che sarà l’alba della rivalutazione del divisionismo e
di Angelo Morbelli.
Una mostra che Loli, insieme al suo primo nipote Alessandro, non
vedrà. Muore per un’emorragia cerebrale il 22 gennaio del 1982
all’età di 67 anni.
Ma l’opera di mio padre viene continuata da mia madre Ada che forte
del grande amore per la Colma si adopera affinché i cancelli di Villa
Maria siano sempre aperti e che i quadri di famiglia vengano esposti
al pubblico presso il Museo Civico di Casale.
il figlio Roberto
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Il giorno del
funerali di mio padre, una cara amica mi offre un mini alloggio
sito di fronte a casa mia a Casale:
“... Mamma … non hai paura di vivere sola alla Colma???....”
“ …Figlio mio…io, da ragazza ho ballato con il Duca D’Aosta
… ho visto le teste mozzate dai bombardamenti su Padova … ho
sposato tuo padre ed abbiamo vissuto in una camera ammobiliata
col bagno in comune con una guardia giurata … tuo padre è
diventato dirigente ed ha investito tutta la sua liquidazione
nella casa della Colma che amo non solo per suo riflesso… di
cosa credi che abbia ancora paura????”. Ada Carando Morbelli oltre alle sue note capacità di restauro, unite
ad una manualità che molti gli invidiano ancora adesso, scrive.
E’ la Vita Casalese di Don Paolo Busto che si accaparra l’esclusiva delle
sue “ Cartoline” sull’amato Monferrato e sulla Colma (si firma Ada
Carando Morbelli dalla Colma di Rosignano).
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Sono diventate mie alcune considerazioni di vita tra cui ricordo
“…la vita è una scala... con tanti
pianerottoli, raggiunti i quali, non serve a nulla voltarsi indietro
… ma bisogna accontentarsi e gioire di quello che si trova... e
pregare Dio che ti dia la forza per affrontare un’altra rampa di
scale e raggiungere un altro pianerottolo…”.
Mia madre Ada muore, con il sorriso sulle labbra, il 27 Settembre del
2000 a 83 anni, per la recidiva di un tumore per cui era già stata
operata nel 1970.
ADA CARANDO MORBELLI (Ricordo di
Anita Rosso)
Ho conosciuto poche persone con la positività di Ada. Non ho un solo
ricordo di lei contrariata o tanto meno arrabbiata. Aveva
l’invidiabile capacità di vedere costantemente il lato positivo delle
cose. Quando, ragazzi, trascorrevamo i pomeriggi d’estate nel
giardino di Villa Maria, non era raro che si unisse a noi per
raccontarci qualche aneddoto divertente, come quando ci diceva:
“Spero, se diventerò nonna che i miei nipoti
non imparino mai il francese, sapete se mi chiamassero Gran maire
Ada, e si sbagliassero, potrebbe diventare Gran merdada” .
Rimasta sola nel silenzio di Villa Maria, seppe trovare sempre e
comunque grandi motivazioni sia restaurando personalmente i mobili,
sia curando il giardino. Occupava anche le sue giornate scrivendo
articoli per la Vita Casalese, una sorta di reportage da Colma. Ma
scriveva di tutto, non solo della realtà della piccola Frazione che
tanto amava. Ho ritrovato alcuni suoi articoli (ritagliati e
conservati con amore da Ernestina Ramezzana) e li ho inseriti in
questa sezione. A chi avrà la curiosità di leggerli, non potrà
sfuggire l’amore per la sua dimora, il suo giardino e anche per la
gente di Colma.
Non si era arresa neppure al cancro, aveva ripreso con forza il suo
cammino, ho di lei un ricordo che mi accompagnerà sempre. Era
l’Agosto 2000, tornavo da Casale, arrivando al cancello di Villa
Maria vidi Marco spaventato e piangente. Mi spiegò che suo padre,
Roberto, era caduto a terra e non rispondeva più. Appena lo vidi
disteso a terra, ormai in chock anafilattico, capii la gravità della
situazione e telefonai subito a Luisella che arrivò di corsa con
Carlo, entrambi medici anestesisti , intervennero tempestivamente
prima dell’arrivo dell’ambulanza. Luisella e Carlo ci spiegarono poi
che se Ada non avesse fatto una iniezione di cortisone a Roberto
prima del loro arrivo, forse non sarebbero riusciti a salvarlo. Ada,
sofferente per la recidiva della terribile malattia, era seduta
accanto a suo figlio, in silenzio, sono certa che in quel momento ha
chiesto a Dio di scambiare la sua vita con quella di suo figlio. Un
mese dopo Ada ci lasciò.
La Vita Casalese - Articolo scritto
da Ada Carando Morbelli
La Vita Casalese - 2 giugno 1988 -
Ada Carando Morbelli
La Vita Casalese - Articolo scritto
da Ada Carando Morbelli
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