Cavatori e Cave della Colma |
L'estrazione della Pietra da Cantoni dalle cave
(testo di Anita Rosso)
(vedi
foto storiche dei cavatori della Colma)
La collina della Colma ha nel sottosuolo la
"Pietra da Cantoni",
genericamente chiamata "tufo": si tratta di una marna calcarea, fine, tenera e friabile.
Le origini risalgono a circa 18-14 milioni di anni fa e la sua formazione deriva dai sedimenti depositati sui fondali marini che occupavano il Monferrato: non è difficile infatti trovare fossili di conchiglie o denti nei blocchi di
"tufo" utilizzati nella costruzione delle case.
Molte cave furono aperte, al loro interno lo strato di
"tufo" aveva uno spessore di circa 10 m e seguiva il profilo della collina; esse per secoli hanno fornito materiale da costruzione.
Le cave erano formate da gallerie larghe 5
m, con un'altezza di 5 m. Dalla galleria principale partivano,
perpendicolarmente, tunnel di accesso ad altre gallerie che, a
loro volta, erano parallele alla prima.
Carriole per le Cave
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Le campate
delle gallerie erano ampie 5 m e tra uno scavo
e l'altro rimaneva una zona di pieno larga anch'essa 5 m: ciò al fine di garantire la sicurezza evitando
crolli. Molti scavi, dopo l'estrazione della marna, venivano
riempiti nuovamente con i materiali di risulta della lavorazione
di squadratura dei blocchi. Le dimensioni dei blocchi di
"tufo" squadrati, detti appunto in dialetto
"canton”,
erano di 50 cm per 25 cm per 15 cm, con un peso di 32 Kg circa ed
erano utilizzati per la costruzione di case e fabbricati rurali. |
Diverse invece le dimensioni delle
pianelle ("pianeli"), più larghe e alte di
molto ma più sottili, con un peso di 45 Kg circa,
utilizzate per la costruzione di forni. Alcune cave sono
ancora visibili, sebbene ormai abbandonate da più
di mezzo secolo.
Molti erano i cavatori di mestiere, ma molti erano anche gli stagionali che, per sopperire ai magri bilanci, lavoravano nelle cave di
"tufo" per l'estrazione della
“Pietra da
Cantoni”. Al già duro lavoro della terra si aggiungeva quindi questa ancor più dura attività e, una volta estratti e accatastati, i
"canton" venivano trasportati con carri trainati da cavalli.
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Cavatori |
Cave, più o meno importanti, erano gestite
dalle famiglie Angelino, Campagnola
e Valleggia. Un'interessante mostra sui “Graffiti” dei
"canton"
era stata curata, nel novembre 2000 per l'Ecomuseo
della Pietra da Cantoni di Cella Monte, dal dottor Carlo Aletto;
Le Cave - Interno
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all'evento aveva fatto seguito un suo volume (Graffiti. Iscrizioni e figurazioni sulla Pietra da
Cantoni , edito nel 2004) che ha ampliato i contenuti della mostra. È inoltre in progetto la riapertura di una cava per l'estrazione di questa
marna, al fine di permettere un adeguato e rispettoso restauro della vecchie case costruite con questo materiale.
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